Negli ultimi tempi, sta emergendo, con sempre più evidenza scientifica e clinica, il rapporto tra il microbiota intestinale (una volta chiamato flora batterica…) ed il microbiota polmonare.
A differenza di quanto si riteneva in passato, infatti, i polmoni non sono organi sterili, ma ospitano un loro popolazione batterica e sono influenzati da messaggi microbici che provengono soprattutto dal microbiota intestinale.
Particolarmente importante risulta la presenza nel microbiota polmonare, di specie batteriche comuni a quello intestinale (i Bacteroides ed i Firmicutes).
Oggi l’aspetto più importante è che il microbiota intestinale ha la possibilità di influenzare il comportamento funzionale di quello polmonare.
Ma in che modo?
Mediante un processo diretto di immuno-modulazione.
I principali mezzi di comunicazione tra i batteri intestinali ed i polmoni sono rappresentati da peptidoglicani (complessi di amminoacidi e zuccheri che compongono la membrana esterna dei batteri) ed alcuni prodotti intermedi, inclusi gli acidi grassi a catena corta (per abbreviazione SCFA), il cui il più importante è l’acido butirrico.
I peptidoglicani e gli SCFA, prodotti nell’intestino, vengono trasportati attraverso il sangue e la via linfatica, e per mezzo di una serie di meccanismi e reazioni, sono in grado di regolare la risposta immunitaria anche a livello polmonare.
In particolar modo è stato dimostrato che gli SCFA sono in grado di bloccare a monte la cascata del processo d’infiammazione e tra questi in particolar modo l’acido butirrico (Anti-infiammatory effects of sodium butyrate of IL-12 and up-regulation of IL-10 production)
C’è da dire, inoltre, che questi metaboliti rappresentano pure un importante substrato energetico anche per il microbiota polmonare. Nel momento in cui la produzione di SCFA viene ridotta drasticamente a causa di scorrette abitudini alimentari (ridotta assunzione di fibre) e stili di vita, i batteri del microbiota polmonare, non possono nutrirsi. In queste condizioni sono costretti, quindi, a cibarsi del muco presente sulla parete dei bronchi e degli alveoli polmonari, esponendo così la parete degli stessi ad aggressioni virali e batteriche.
A tal proposito, si è potuto riscontrare da un recente studio scientifico americano, come il microbiota intestinale e i suoi metaboliti e gli acidi grassi a catena corta (SCFA), possono modulare l’infiammazione dell’ospite e promuovere la tolleranza immunitaria contro una varietà di agenti patogeni sia batterici che virali. I pazienti che ospitano un maggior numero di batteri produttori di butirrato, avevano cinque volte meno probabilità di sviluppare un’infezione virale del tratto respiratorio inferiore (LRTI), indipendentemente da altri fattori.
La coorte dello studio in questione era composta da 360 pazienti, sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche offre un trattamento curativo di una varietà di neoplasie ematologiche e disturbi immunitari, ma è associato a una serie di complicanze, tra cui gravi infezioni. Durante i primi 6 mesi, il 30% dei pazienti sviluppa un’infezione del tratto respiratorio inferiore, causata da virus dell’influenza (A e B), virus della parainfluenza, coronavirus, adenovirus e rhinovirus, con tassi di mortalità associati che vanno dal 25% al 45%.
Il microbiota intestinale risulta gravemente compromesso dopo il trapianto, a causa di numerosi fattori, come il trattamento antibiotico, la chemioterapia e la radioterapia.
È stato dimostrato che in particolar modo il butirrato, funge da importante composto immunomodulatore e che la somministrazione di questo acido grasso a catena corta, riduce notevolmente l’infiammazione polmonare e le lesioni del tessuto durante la polmonite in tali pazienti.
È palese, quindi, come il microbiota intestinale, sia sempre più la chiave primaria nella prevenzione e nella protezione di diverse patologie, tra cui anche quelle virali respiratorie.
Dobbiamo perciò necessariamente e scrupolosamente prendercene cura.
Ma che in modo?
Semplicemente attraverso una corretta e adeguata alimentazione (assunzione giornaliera di fibre), 20 minuti quotidiani di esercizio fisico, frequentare solo gente positiva ed assumere ogni giorno il sodio butirrato.
REFERENCES
Microbiota polmonare e intestinale: possibili target per malattie respiratorie https://microbioma.it/pneumologia/microbiota-polmonare-e-intestinale-possibili-target-per-malattie-respiratorie/
Samuelson DR, Welsh DA, Shellito JE. Regulation of lung immunity and host defense by the intestinal microbiota. Front Microbiol 2015;6:1085.
Bassis CM, Erb-Downward JR, Dickson RP, et al. Analysis of the upper respiratory tract microbiotas as the source of the lung and gastric microbiotas in healthy individuals. MBio 2015;6:e00037.
Il microbiota polmonare, RIAP 2019
Impact of gut colonization with butyrate-producing microbiota on respiratory viral infection following allo-HCT https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6024637/